Home Libri e Letteratura “Le filastrocche della buonanotte” di Andrea Bes cavalcando l’onda del pioniere della letteratura italiana per bambini e ragazzi Giovanni Rodari”.

“Le filastrocche della buonanotte” di Andrea Bes cavalcando l’onda del pioniere della letteratura italiana per bambini e ragazzi Giovanni Rodari”.

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Ogni volta, che, la nostra mente va a ritroso con l’intimità più intima e profonda dei nostri ricordi d’infanzia, si risveglia “il fanciullo che è dentro ciascuno di noi. Riportando la nostra mente alle fiabe, le favole e le filastrocche che i nostri genitori, maestri, nonni e zii ci raccontavano.

Alcune di esse le ricordiamo tutt’oggi, per la periodicità in cui ci venivano raccontate, tanto da tramandarle di generazioni in generazione. Lo sa bene Andrea Bes, Giavenese, autore di diversi libri, tra cui “La battaglia contro il nulla” edito da Ethos. Un libro fotografico dal titolo “Gioveno c’era una volta” dove lo stesso autore insieme ad altri autori, ha visto inserirsi due suoi racconti.

Andrea Bes, nonostante qualche piccola difficoltà motoria con cui convive, è un ragazzo che vive la sua diversa abilità a trecento sessanta gradi, in modo autentico. La profondità dei suoi pensieri che gli volano tra la testa quasi sempre vengono incisi su fogli di carta che danno vita ai suoi libri.

I primi due citati in questo articolo, non tralasciano altri due libri. “L’incanto della luna rossa” e “Le filastrocche della buonanotte”.

Questo ultimo pone un accento particolare su una categoria editoriale, che, nel tempo e nella storia, ha assunto sempre più valenza. Grazie a Giovanni Rodari  pioniere della letteratura italiana per bambini e ragazzi, autore e giornalista  diete molta importanza alla filastrocca. D’origine popolare, usata nel passato per tramandare tradizioni o contro le maldicenze, oggi viene riadattata, principalmente per far addormentare o divertire i bambini.

In questa breve intervista, vi presentiamo Andrea Bes e il suo ultimo libro le filastrocche della buonanotte.

Benvenuto Andrea Bes. Sei autore di diversi libri, tutti diversi tra loro, ci descrivi chi se in tre aggettivi che più ti rappresentano?》

Innanzitutto grazie per questo bell’articolo e intervista. I tre aggettivi che più mi rappresentano sono: tenace, pragmatico e resiliente.

  Cos’è la scrittura per te e Cosa provi quando scrivi? Cosa vuoi che arrivi ai tuoi lettori?》

 La scrittura è ciò che mi permette di camminare, correre e saltare. È il mio modo per fuggire da una realtà talvolta difficile e pesante da sostenere. Anche per tutto ciò, ma non solo, per poterne assaporare i benefici in toto, non mi limito a un solo genere ma ne esploro ogni sua forma; dal romanzo alla saggistica, passando per le poesie e le filastrocche, così da potermi esprimere a 360° e poter trasmettere al lettore non solo le mie idee, ma anche i miei sentimenti e pensieri più reconditi.

Le filastrocche della buonanotte è il tuo ultimo libro. Perché hai scelto di scrivere un libro di filastrocche? E cosa rappresenta per te la filastrocca.?

Ho scelto di scrivere un libro di filastrocche perché, come ho scritto nella prefazione, in esse ci trovo quel qualcosa di fiabesco che mi fa sognare e tornare bambino. Inoltre, ciò che trovo particolarmente affascinante, e stimolante, è la possibilità di spaziare; si possono trattare molteplici argomenti, variando la lunghezza del testo a proprio piacimento e ciò che ne scaturisce può essere un testo d’amore, un inno alla natura o una storiella divertente; in sostanza non ci sono limiti se non quelli che la nostra mente e fantasia ci impongono.

La scrittura ha un ruolo importante nella società odierna. La stragrande maggioranza delle notizie passano attraverso di essa. Dal tuo punto di vista è dalla tua posizione sociale di persona con abilità, come pensi che essa sia o possa essere uno strumento che possa arrivare ad abbatter e barriere culturali e mentali?》

Credo che la scrittura possa davvero essere uno strumento importante per abbattere le barriere culturali e mentali. Personalmente conosco molte persone che, come me, sono disabili ed hanno scritto un loro libro; raccontare le nostre storie di vita è il mezzo migliore e più diretto per arrivare alle coscienze dei cosiddetti normodotati. Ma anche utilizzare le nostre capacità comunicative per scrivere su blog e\o giornali online può essere altrettanto importante; questi sono ottimi mezzi per sensibilizzare le coscienze dei normodotati sul fatto che, in sostanza, tra noi e loro non vi sono differenze, siamo tutti esseri umani e come tali dovremmo essere considerati e rispettati.

Di Maria Rosaria Ricci

 

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