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Il regno Svevo

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Alla morte di Tancredi, il Regno di Sicilia passò dalla dominazione Normanna alla dominazione Sveva.

Il primo sovrano della nuova dinastia fu Enrico VI, figlio di Federico Barbarossa Imperatore del Sacro Romano Impero.

Per questioni politiche Enrico VI il 27 gennaio del 1186 sposò a Milano Costanza d’Altavilla discendente dei Normanni.

In punto di morte Guglielmo II nipote di Costanza lasciò il trono nelle mani della zia, ma quando il Re morì il 16 novembre del 1189 una fazione anti-sveva proclamò Re Tancredi di Lecce. Enrico più volte cercò di conquistare il regno di Tancredi, ma i suoi tentativi furono sempre dei fallimenti, come attesta l’assedio di Napoli del 1191.

Morto Tancredi, Enrico VI riuscì ad impossessarsi del regno facendosi incoronato re di Sicilia a Palermo il 25 dicembre del 1194. Il 26 dicembre il giorno dopo la sua incoronazione, la moglie Costanza d’Altavilla all’età di 40 anni diede alla luce un bambino che verrà ricordato come lo stupor mundi: Federico di Svevia.

Alla morte di Enrico, Costanza iniziò una serie di trattative con il nuovo Papa Innocenzo III.

Mentre Costanza eliminava tutte le restrizioni imposte alla Chiesa nel territorio di Sicilia, il Papa incoronava il piccolo Federico nel 1198 Re di Sicilia.

Federico ebbe un’infanzia e un’adolescenza triste, fu considerato l’Anticristo, perché nato secondo dicerie da una vecchia monaca.

Orfano a soli 4 anni, quando la madre Costanza morì, il piccolo Federico fu affidato alla custodia del Papa insieme alla reggenza del regno che durò fino al 1208, anno in cui il regno tornò nelle mani di Federico che aveva soltanto 14 anni.

Il giovane sovrano passò la sua adolescenza a Palermo, città multiculturale e multietnica dove convivevano varie culture: bizantina, araba, ebraica, latino-germanica. La presenza a Palermo di culture diverse portò il giovane sovrano ad avere una mentalità aperta e tollerante.

Fondò nel 1224 l’Università di Napoli la Federico II, la prima università laica e statale dell’occidente.

 

Nel 1128 partì per una crociata in Terra Santa dove riuscì a conquistare Gerusalemme senza dichiarare guerra.

Scrisse la Costituzione di Melfi, corpus giuridico che univa il diritto romano e feudale. La costituzione di Melfi rappresentava il capolavoro di Federico II dove troviamo uguaglianza e giustizia: “Noi che teniamo la bilancia della giustizia sui diritti di ciascuno non vogliamo distinzioni nei giudizi ma uguaglianza. Il convenuto o l’attore, sia esso franco, romano, longobardo, normanno o bizantino, vogliamo che gli sia reso giustizia”

Fu scomunicato per ben 3 volte dai vari pontefici per la sua politica antipapale

A Napoli Federico ricostruì le mura distrutte dal padre e Castel dell’Ovo che divenne sede del tesoro imperiale mentre Castel Capuano fu ristrutturato e adattato a dimora Imperiale.

Federico II fu un grande uomo e un grande sovrano ricordato come il “Puer Apuliae” dal Regno di Sicilia, l’”Anticristo” dalla Chiesa e lo “Stupor Mundi” dal resto del mondo, portò innovazioni, cultura, tolleranza e uguaglianza in uno dei territori più multirazziali del vecchio continente.

Morto Federico II il trono passò a Corrado, secondogenito del sovrano. Di salute cagionevole Corrado morì nel 1254 lasciando il trono al figlio Corradino.

Corradino non divenne mai Re perché fu decapitato da Carlo D’Angiò nel 1268 a Napoli in piazza Mercato.

 

Sul luogo della decapitazione fu costruita prima una colonna in porfido sormontata da una croce e poi una cappella. La colonna non fu abbattuta ma solo portata al suo interno. La cappella dedicata a Corradino e intitolata alla Santa Croce rappresenta il primo nucleo dell’attuale Chiesa. Nel XVII secolo fu costruita una seconda cappella dedicate alle anime del Purgatorio per ricordare le vittime della peste. Nel 1781 le due cappelle furono inglobate nella costruzione della Chiesa dedicata alla Santa Croce e Purgatorio.

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