Cos’ è la programmazione economica?
L’ intervento dello Stato nell’economia viene indicato con il complesso procedimento di programmazione economica.
Esistono in Italia molti organi apolitici e apartitici che consigliano le questioni tecnico-giuridiche ed economiche-finanziarie; essi sono stati costituiti con leggi secondo l’esigenza dettata da momenti storici particolari, come ad esempio l’era di mani pulite.
Alcuni di questi organi menzionati sono il “cum grano salis” della coscienza economica e politica del paese. Alcuni di essi sono strutture collegiali del governo, composte da ministri, esperti e rappresentanti delle amministrazioni, atte a svolgere funzione di coordinamento tra settori dell’amministrazione, per la cura di determinate materie.
I Comitati interministeriali in attività nel nostro ordinamento sono:
il CIPE (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica), che svolge i seguenti compiti: predispone gli indirizzi della politica economica nazionale; indica, su relazione del Ministro per il bilancio e la programmazione economica, le linee generali per la elaborazione del programma economico nazionale e su relazione del Ministro per il tesoro, le linee generali per l’ impostazione dei progetti di bilancio annuali e pluriennali di previsione dello Stato, nonché le direttive generali intese all’attuazione del programma economico nazionale ed a promuovere e coordinare a tale scopo l’attività della pubblica Amministrazione e degli enti pubblici; esamina la situazione economica generale ai fini dell’ adozione di provvedimenti congiunturali; approva, entro il 15 settembre, la relazione previsionale e programmatica, le relazioni programmatiche di settore e le linee di impostazione dei progetti di bilancio annuale e pluriennale; promuove l’azione necessaria per l’armonizzazione della politica economica nazionale con le politiche economiche degli altri Paesi dell’Unione europea;
il CICR (Comitato Interministeriale per il Credito e il Risparmio), che si occupa della vigilanza in materia di credito e di tutela del risparmio. Per la validità delle sue sedute è necessaria la presenza della maggioranza dei suoi membri, mentre le deliberazioni vanno assunte con il consenso della maggioranza assoluta dei partecipanti;
il CISR (Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica), che svolge funzioni di consulenza, proposta e deliberazione sugli indirizzi e sulle finalità generali della politica dell’informazione per la sicurezza (comma 1); inoltre elabora gli indirizzi generali e gli obiettivi fondamentali da perseguire nel quadro della politica dell’informazione per la sicurezza; delibera sulla ripartizione delle risorse finanziarie tra il DIS e i servizi di informazione per la sicurezza e sui relativi bilanci preventivi e consuntivi (comma 2).
Il CISR ha ereditato le competenze prima esercitate dal CIS (Comitato interministeriale per le informazioni e la sicurezza);
il CIAE (Comitato Interministeriale per gli affari europei), che opera presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri al fine di concordare le linee politiche del Governo nel processo di formazione della posizione italiana nella fase di predisposizione degli atti dell’Unione europea e di consentire il puntuale adempimento dei compiti assegnatigli, tenendo conto degli indirizzi espressi dal Parlamento;
il CIPU (Comitato interministeriale per le politiche urbane), con il compito di coordinare le politiche urbane attuate dalle amministrazioni centrali interessate e di concertarle con le regioni e con le autonomie locali, nella prospettiva della crescita, dell’inclusione sociale e della coesione territoriale;
il CICS (Comitato interministeriale per la Cooperazione allo sviluppo), che si occupa in particolare dell’approvazione di tutte le iniziative di cooperazione di valore superiore a due milioni di euro, di deliberare le singole iniziative da finanziare, di definire la programmazione annuale con riferimento a Paesi e aree di intervento; il Comitato interministeriale per la revisione della spesa pubblica, che si occupa, in particolare, di coordinare l’azione del Governo e le politiche volte all’analisi e al riordino della spesa pubblica.
Essi lavorano indistintamente e separatamente a qualsivoglia orientamento politico, nessun partito e nessun politico può ostacolare , fermare o alterare il lavoro di questi comitati interministeriali. Organi collegiali costituiti da più Ministri e creati per soddisfare le esigenze di particolari settori della P.A. che coinvolgendo le competenze di vari Ministeri ne esigono il coordinamento delle attività. Possono essere consultivi, se hanno lo scopo di preparare le deliberazioni del Consiglio dei Ministri, o deliberativi (ed in tal caso devono essere stabiliti per legge) se si sostituiscono nelle deliberazioni al Consiglio.
P.S. Questi organi limitano l’operato REPUBBLICA o davvero garantiscono una migliore trasparenza e funzionalità istituzionale? Siccome non interessa quale fazione politica sia in assise, ma devono rispettarsi le programmaticità dei comitati di cui sopra.
A voi lettori l’ ardua riflessione.
Articolo a cura dell’ avv. Francesca Scudiero