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La Resilienza di Annarita Mariniello: Una Vita Di Fronte Alla Sfida Della Malattia

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Nel corso della nostra vita, siamo tutti chiamati a navigare le acque incerte del destino, senza conoscere a priori il percorso che la vita ci riserva. È un viaggio in cui sviluppiamo legami, coltiviamo passioni che, lasciano in noi particolari doti, impronte indelebili dentro di noi.

Dentro le quali viviamo l’autenticità, la semplicità e la spensieratezza della vita nelle sue fasi, contribuendo in maniera consapevole e inconsapevole la nostra crescita. Tracciamo con esse coordinate e rotte che nel tempo ci aiutano a comprendere non solo chi eravamo, ma ancor di più chi siamo tutt’oggi.

Tuttavia, questo si comprende solo quando nella vita accade qualcosa di talmente sconvolgente e potente che non puoi evitare di percorrere le uniche due vie . La chiusura o l’apertura.

Quando ciò accade, non è sempre semplice intuire quale sia la via da seguire, poiché l’una non preclude l’altra e viceversa, ed è inevitabile che nel mezzo non salti fuori una piccola e grande parola che ti sconvolge totalmente. La “resilienza”, ossia la capacità di risollevarsi da una determinata situazione di disagio o dolore.

 

Annarita Mariniello di Pagani, in provincia di Salerno, giovane donna di 28 anni, lo sa bene.  Da bambina sgambettava con le sue ballerine e il suo tutù,  per anni ha immaginato e sognato la sua vita e carriera intorno a essa, ma che si è trovata ad affrontare una battaglia straordinaria contro la malattia degenerativa Charcot-Marie-Tooth 2 Z.Una malattia generativa che, colpisce i nervi periferici per il controllo dei movimenti di arti superiori e inferiori, diagnosi coincisa nel giorno del suo diciassettesimo compleanno.

Lo scoraggiamento iniziale ha ceduto il passo alla sua forte  capacità nel essere Resiliente, attraversando tre fasi emozionali distinte: rifiuto e paura, rassegnazione e infine accettazione con una forte voglia di rivincita. Rivincita sostenuta anche grazie alla sua famiglia, alla forza interiore, sviluppata attraverso la pratica del ballo, una vera e propria forza per continuare a coltivare la sua passione.

Non a caso il momento decisivo nella vita di Annarita è arrivato nel 2021, quando ha iniziato a frequentare la GabryDance, una scuola di ballo diretta dal maestro Gabriele Cretoso, che offre opportunità anche per le persone con disabilità. Questo è stato il punto di svolta che ha segnato la sua “rivincita”. Con la pazienza e la professionalità del maestro, Annarita ha compiuto progressi notevoli, tanto da partecipare ai Campionati Italiani Paralimpici F.I.D.S., classificandosi al primo posto in diverse categorie.

Conosciamola meglio in questa intervista:

Intervista ad Annarita

<< Buongiorno Annarita, donna resiliente e grande Atleta, grazie per aver accettato questa intervista.  Per iniziare, potresti raccontarti in  tre aggettivi?>>

Atleta:  Solare. Parto da questo perché è ciò che mi ripetono in tanti, sia nella quotidianità che quando mi esibisco.

Sensibile. Aiutare gli altri mi fa star bene, sarà che nella prima fase della mia vita, forse la più difficile, avvertivo la necessità di essere aiutata pensando di non farcela da sola.

Tenace. Perché nonostante le difficoltà che la vita mi ha riservato, non ho mai smesso di combattere e affrontare il futuro con entusiasmo.

<< Ci racconti come è avvenuto il tuo incontro con la danza, e che sensazione o emozione hai provato? Cosa ti ha fatto decidere che la danza era ed è la tua disciplina sportiva?

Atleta: Il ballo è sempre stata una passione, infatti, sin da piccola, ho frequentato diverse scuole di danza provando diversi stili. Questo fino a quando non ho scoperto la mia malattia. Inizialmente ho continuato nonostante le difficoltà però, a un certo punto ho pensato di che fosse arrivato il momento di mettere da parte la mia passione.

La svolta è arrivata, quando ho capito che non sarebbe stato giusto darmi per vinta, quindi ho stretto i denti e grazie a questa disciplina, insieme al sostegno della mia famiglia, ho accumulato una forte energia che mi ha aiutato a spazzare via in primis la paura, nonché l’incertezza del futuro, e poi la rassegnazione.

Da circa due anni ho iniziato a frequentare la GabryDance diretta dal maestro Gabriele Cretoso, che da opportunità ai disabili di ballare e di affrontare competizioni importanti di danza.

Il 2022 è stato un anno da incorniciare poiché ho partecipato ai campionati italiani Paralimpici organizzati dalla F.ID.S. (Federazione Italiana Danza Sportiva) classificandomi al primo posto sia nelle danze Standard e nelle danze Caraibiche.

A Dicembre 2023 ho partecipato alla Coppa Italia organizzata dalla FIDS, classificandomi prima in 5 categorie: danze standard e caraibiche in coppia con Salvatore Izzo, danze latine (cha cha cha e Rumba), Solo Show Dance e Duo show dance con la mia amica Irene Rita Erriquez.

<< Le tue diverse abilità, nascono da una patologia che è venuta fuori nel corso della tua vita, quanto la danza ti ha aiutato, e ti aiuta nella tua quotidianità?>>

Atleta: Non pensare alla malattia è impossibile, perché è parte di me, ma quando ballo è come se il mio corpo rispondesse in automatico alle note. La danza, a livello agonistico, mi ha dato la forza di mettermi in discussione e andare avanti nonostante le difficoltà. Questa motivazione la porto dentro di me anche per affrontare la quotidianità.

<< Cosa  ti poni di trasmettere quando danzi? Quando il tuo essere ballerina pensa di  trasmettere agli altri?>>

Atleta: Come già detto nelle risposte precedenti, ribadisco che attraverso la danza ho superato degli ostacoli che un tempo mi sembravano insuperabili, per cui spero che tutto ciò si riesca a percepire nelle mie esibizioni, in modo da essere di aiuto agli altri che, a causa di una disabilità, pensano di non potercela fare.

<< Per salutarci cosa diresti a un diversamente abile, affinché Possa avvicinarsi alla danza e allo Sport ?>>

Atleta: Spero che la mia storia non resti un semplice messaggio ma diventi uno stimolo per chi ha una disabilità a non fermarsi e guardare sempre avanti senza farsi travolgere dalle paure. Inoltre, consiglio a tutti gli amanti del ballo di avvicinarvi alla danza paralimpica e vedrete che non ve ne pentirete, e trarrete tanti benefici sia fisici che mentali. La danza tirerà fuori la versione migliore di voi stessi, non abbiate timore. Ho potuto constatare sulla mia pelle che nascondere il problema non aiuta anzi peggiora; è solo dopo essermi aperta al mondo che ho dato la possibilità alle mie ali di poter spiccare il volo!

<< Sappiamo che oltre la danza sportiva, sei impegnata in una realtà sociale molto importante. Ci racconti quale?>>

Ho iniziato una nuova esperienza con l’associazione:”Autismo: fuori dal silenzio”. Questa associazione mi permette di stare a contatto con ragazzi dallo spettro autistico e di proporre dei progetti, da promuovere nelle scuole, finalizzati all’integrazione di bambini e ragazzi speciali. Sono molto contenta e soddisfatta, perché innanzitutto è in linea con la mia laurea ma poi mi consente di supportare chi è in difficoltà, e non per scelta ma perché imposto dalla vita. La mia sensibilità verso chi è più debole, nasce da lontano perché da piccola, anzi da piccolissima, più volte sono stata vittima di bullismo, ma ciò che ha reso tutto più pesante è che le maestre non mi aiutavano a superare le difficoltà ma le sottolineavano, dandomi quindi in pasto a chi mi faceva del male quotidianamente. Purtroppo, allora non essendo a conoscenza della mia malattia, acclarata quando avevo 17 anni, in alcuni momenti pensavo di essere sbagliata.

Quando ho avuto la diagnosi, (Charcot-Marie-Tooth), è stata dura accettare la verità ma poi, con il passar degli anni, il mio punto debole è diventato quello di forza. L’obiettivo è quello di aiutare, per quanto posso, tutti quelli che vivono le difficoltà della disabilità e soprattutto supportarli nelle scelte che gli consentano di superare le barriere che purtroppo la vita gli riserva. Penso di essere sulla strada giusta. Quando aiuto qualcuno mi sento bene, realizzata e anche un po’ meno disabile.

 

Oggi Annarita Mariniello, grazie alla sua forza di resilienza, coraggio è diventata non solo un esempio, ma oltretutto una grande atleta che si contraddistingue dal suo essere Donna, nonché  una testimonial che porta avanti la divulgazione e la conoscenza di pazienti affetti da CMT. E invita tutti noi a  consultare il sito dell’associazione di riferimento ACMT-Rete  www.acmt-rete.it

 

 

 

Di Maria Rosaria Ricci

 

 

 

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